È iniziato a ottobre il nuovo corso annuale, promosso dall’associazione Assieme sotto la direzione del maestro Emanuele Grazioli. Anche quest’anno la partecipazione è numerosa, sono circa 120 i corsisti di ogni età, da chi muove i primi passi nel mondo dello sport a chi decide di imparare una nuova disciplina.
Dopo anni di esperienza nel settore, un nuovo logo è apparso sul judogi (la tipica ‘divisa’) del maestro ed educatore Emanuele Grazioli. Abbiamo chiesto proprio ad Emanuele di raccontarcene il significato più profondo.
«Il logo – ha raccontato – è stato ideato su mia richiesta da Michele Guerinoni della Web Agency Linoolmostudio che ha dato la sua disponibilità, nonostante non avesse mai praticato judo. Il disegno è semplice: ci sono due persone che si inchinano su un tatami, le loro teste ne fanno una sola e, così facendo, creano una casa. La scritta Naidō è composta da due logogrammi: 内 (Nai) 道 (Do). Il primo ha come significato “dentro”, “casa”, il secondo, che conosciamo meglio, vuol dire “via”, “strada”. Il cerchio che circonda il tutto si chiama Ensō, dallo Zen giapponese, ed è anch’esso composto da due ideogrammi di cui il primo si potrebbe tradurre in “cerchio” e il secondo “insieme”. Ad ognuno di noi i significati, le possibilità, le spiegazioni».
Il judo, come ogni sport, può essere più di un’asettica attività fisica, può diventare una casa, una comunità, dove tutti sono invitati a fare le proprie esperienze sul tatami.
